SCAMOZZI, Vincenzo. Discorso sopra l'antichità di Roma. Venezia: Francesco Ziletti, 1582. 2°. Frontespizio architettonico, 40 tavole incise in rame su doppia pagina (piccole lacune e rinforzo al frontespizio, bruniture, gore d'acqua.) Legatura del sec.XVIII in vitello spruzzato, ai piatti cornice di doppio filetto in oro e rotella fitomorfa impressa a secco, dorso a 5 nervi, fregio di fiore stilizzato ai comparti (restauri, qualche macchia ai piatti). Ex libris Charles Butler e Charles Filippi ; vendita a Parigi Hotel George V, 21.X.1994, lotto 65. PRIMA EDIZIONE, nella prima tiratura, senza il foglio di errata aggiunto dopo. Questa bella e rara opera fu stampata dal noto tipografo veneziano Francesco Ziletti a spese dell'incisore e disegnatore Girolamo Porro (1520-1604), che decise di utilizzare i rami dell'artista vicentino Giovanni Battista Pittoni (1520-1585) e di affidare all'architetto Vincenzo Scamozzi (1552-1616), anch'egli vicentino, l'incarico di scrivere il testo. Le suggestive tavole, che recano quasi tutte il nome o il monogramma di G.B. Pittoni, sono riprese da una raccolta di vedute intitolata "Precipua aliquot Romanae antiquitatis ruinarum monumenta", già incisa dal Pittoni nel 1561. Rossetti 9205, G-458.
SCAMOZZI, Vincenzo. Discorso sopra l'antichità di Roma. Venezia: Francesco Ziletti, 1582. 2°. Frontespizio architettonico, 40 tavole incise in rame su doppia pagina (piccole lacune e rinforzo al frontespizio, bruniture, gore d'acqua.) Legatura del sec.XVIII in vitello spruzzato, ai piatti cornice di doppio filetto in oro e rotella fitomorfa impressa a secco, dorso a 5 nervi, fregio di fiore stilizzato ai comparti (restauri, qualche macchia ai piatti). Ex libris Charles Butler e Charles Filippi ; vendita a Parigi Hotel George V, 21.X.1994, lotto 65. PRIMA EDIZIONE, nella prima tiratura, senza il foglio di errata aggiunto dopo. Questa bella e rara opera fu stampata dal noto tipografo veneziano Francesco Ziletti a spese dell'incisore e disegnatore Girolamo Porro (1520-1604), che decise di utilizzare i rami dell'artista vicentino Giovanni Battista Pittoni (1520-1585) e di affidare all'architetto Vincenzo Scamozzi (1552-1616), anch'egli vicentino, l'incarico di scrivere il testo. Le suggestive tavole, che recano quasi tutte il nome o il monogramma di G.B. Pittoni, sono riprese da una raccolta di vedute intitolata "Precipua aliquot Romanae antiquitatis ruinarum monumenta", già incisa dal Pittoni nel 1561. Rossetti 9205, G-458.
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