Auktionsarchiv: Los-Nr. 53

CROCE, Benedetto (1866-1952). Straordinario archivio di autografi crociani: si rivela così uno dei più vasti insiemi che restino tuttora in mano privata. L'archivio è oltretutto assai omogeneo nella provenienza delle pagine: manoscritti autografi (o,...

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CROCE, Benedetto (1866-1952). Straordinario archivio di autografi crociani: si rivela così uno dei più vasti insiemi che restino tuttora in mano privata. L'archivio è oltretutto assai omogeneo nella provenienza delle pagine: manoscritti autografi (o,...

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CROCE, Benedetto (1866-1952). Straordinario archivio di autografi crociani: si rivela così uno dei più vasti insiemi che restino tuttora in mano privata. L'archivio è oltretutto assai omogeneo nella provenienza delle pagine: manoscritti autografi (o, più raramente, dattiloscritti e set di bozze con correzioni e postille autografe) di articoli, recensioni e interventi (quasi sempre pubblicati dalla "Critica", la celebre rivista fondata dal filosofo nel 1903, ma spesso anticipati da quotidiani come "La Stampa", "Corriere italiano", "Giornale d'Italia", "Il Resto del Carlino", ecc.), interviste (talora assai poco note, anche a riviste e giornali stranieri), e discorsi parlamentari: tutto materiale risalente agli anni Venti, cioè il periodo di maggior produttività di Croce, in questi anni vera e propria "centrale" di scrittura in servizio permanente effettivo. Si alternano pagine di profondo impegno teorico e speculativo (ma non prive di calore personale e persino polemico, come nell'interessantissima recensione del '24 all'ex sodale Gentile, nel pieno della polemica sul regime insediatosi da un biennio: nella mia opposizione io ho manifestato più volte l'avviso che l'idealismo attuale è misticismo, è panlogismo, è fenomenismo: accuse che, messe insieme, possono ad altri sembrare contraddittorie, ma che il Gentile certo non giudicherà tali, sapendo quanto me che i contrarii si convertono tra loro, e che un errore tira seco il suo opposto ; ancora conciliante, tuttavia, l' explicit : L'accordo totale, senza disaccordo, l'accordo statico tra due amici, è pur la dolce cosa, specie nel dopopranzo, all'ora della siesta, e solletica la reciproca autocompiacenza; ma, se è gradevole, se è di sollievo al misero ed economico individuo, è inutile alla vita del vero: e chi alla ricerca del vero si è consacrato, ha il dovere di preferire a quella privata dolcezza, a quella concordia degna di Bouvard e Pécuchet, l'asprezza della discordia anche con gli amici, proficua alla ulteriore ricerca ) a interventi più occasionali, recensioni a novità librarie se non addirittura polemiche e risposte piccate ad articoli altrui (come il violento attacco al "Giornale storico della letteratura italiana" e a Vittorio Cian, del '25). Di eccezionale interesse storico-documentario sono poi, ovviamente, i materiali parlamentari concentrati nel '20-21 (quando Croce è Ministro della Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Giolitti; e riguardano infatti, per lo più, curiose spigolature di amministrazione scolastica; non mancano però interventi ancora più particolari, su questioni che diremmo municipali - per non dire di campanile -, come la questione della "Stazione zoologica" di Napoli...). Ma in generale, come sempre in presenza di manoscritti (o bozze corrette) dal filosofo, l'interesse è massimo nella documentazione dell'eccezionale abilità di scrivere di getto anche sulle questioni più teoricamente complesse o bibliograficamente erudite: al solito, i manoscritti sono accomunati dall'incolonnamento inclinato sulla destra della finestra di scrittura, mentre a sinistra si concentrano gli interventi interlineari, le correzioni, i rari inserti: il tutto già pronto per essere composto dal tipografo. Quello che impressiona è la nettezza di un dettato sempre sicuro di sé, sempre scattante nel tono e tondo nelle clausole. E' insomma uno specimen spettacolare, per quantità oltre che qualità, di una delle penne più prolifiche ed efficienti della nostra storia. Il materiale è raccolto in sei classificatori, ed è ordinato come segue: I. Manoscritto di Sentenze e giudizi di B. Tanucci ("Giornale d'Italia", 16 settembre 1925; "La Critica" 1936; poi nel secondo volume di Uomini e cose della vecchia Italia , seconda edizione, Bari, Laterza, 1943), cinquantasei pagine 4° ; manoscritto della lettera al "Giornale d'Italia" del 29 novembre 1924, sulla nomina senatoriale (poi mai ratificata) di Salvatore Di Giacomo (poi nel secondo volume di Pagine Sparse , seconda edizione, Bari, L

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CROCE, Benedetto (1866-1952). Straordinario archivio di autografi crociani: si rivela così uno dei più vasti insiemi che restino tuttora in mano privata. L'archivio è oltretutto assai omogeneo nella provenienza delle pagine: manoscritti autografi (o, più raramente, dattiloscritti e set di bozze con correzioni e postille autografe) di articoli, recensioni e interventi (quasi sempre pubblicati dalla "Critica", la celebre rivista fondata dal filosofo nel 1903, ma spesso anticipati da quotidiani come "La Stampa", "Corriere italiano", "Giornale d'Italia", "Il Resto del Carlino", ecc.), interviste (talora assai poco note, anche a riviste e giornali stranieri), e discorsi parlamentari: tutto materiale risalente agli anni Venti, cioè il periodo di maggior produttività di Croce, in questi anni vera e propria "centrale" di scrittura in servizio permanente effettivo. Si alternano pagine di profondo impegno teorico e speculativo (ma non prive di calore personale e persino polemico, come nell'interessantissima recensione del '24 all'ex sodale Gentile, nel pieno della polemica sul regime insediatosi da un biennio: nella mia opposizione io ho manifestato più volte l'avviso che l'idealismo attuale è misticismo, è panlogismo, è fenomenismo: accuse che, messe insieme, possono ad altri sembrare contraddittorie, ma che il Gentile certo non giudicherà tali, sapendo quanto me che i contrarii si convertono tra loro, e che un errore tira seco il suo opposto ; ancora conciliante, tuttavia, l' explicit : L'accordo totale, senza disaccordo, l'accordo statico tra due amici, è pur la dolce cosa, specie nel dopopranzo, all'ora della siesta, e solletica la reciproca autocompiacenza; ma, se è gradevole, se è di sollievo al misero ed economico individuo, è inutile alla vita del vero: e chi alla ricerca del vero si è consacrato, ha il dovere di preferire a quella privata dolcezza, a quella concordia degna di Bouvard e Pécuchet, l'asprezza della discordia anche con gli amici, proficua alla ulteriore ricerca ) a interventi più occasionali, recensioni a novità librarie se non addirittura polemiche e risposte piccate ad articoli altrui (come il violento attacco al "Giornale storico della letteratura italiana" e a Vittorio Cian, del '25). Di eccezionale interesse storico-documentario sono poi, ovviamente, i materiali parlamentari concentrati nel '20-21 (quando Croce è Ministro della Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Giolitti; e riguardano infatti, per lo più, curiose spigolature di amministrazione scolastica; non mancano però interventi ancora più particolari, su questioni che diremmo municipali - per non dire di campanile -, come la questione della "Stazione zoologica" di Napoli...). Ma in generale, come sempre in presenza di manoscritti (o bozze corrette) dal filosofo, l'interesse è massimo nella documentazione dell'eccezionale abilità di scrivere di getto anche sulle questioni più teoricamente complesse o bibliograficamente erudite: al solito, i manoscritti sono accomunati dall'incolonnamento inclinato sulla destra della finestra di scrittura, mentre a sinistra si concentrano gli interventi interlineari, le correzioni, i rari inserti: il tutto già pronto per essere composto dal tipografo. Quello che impressiona è la nettezza di un dettato sempre sicuro di sé, sempre scattante nel tono e tondo nelle clausole. E' insomma uno specimen spettacolare, per quantità oltre che qualità, di una delle penne più prolifiche ed efficienti della nostra storia. Il materiale è raccolto in sei classificatori, ed è ordinato come segue: I. Manoscritto di Sentenze e giudizi di B. Tanucci ("Giornale d'Italia", 16 settembre 1925; "La Critica" 1936; poi nel secondo volume di Uomini e cose della vecchia Italia , seconda edizione, Bari, Laterza, 1943), cinquantasei pagine 4° ; manoscritto della lettera al "Giornale d'Italia" del 29 novembre 1924, sulla nomina senatoriale (poi mai ratificata) di Salvatore Di Giacomo (poi nel secondo volume di Pagine Sparse , seconda edizione, Bari, L

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