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Auction archive: Lot number 662

Plinius Caecilius Secundus Gaius

Estimate
€2,500 - €5,000
ca. US$2,719 - US$5,438
Price realised:
€2,600
ca. US$2,828
Auction archive: Lot number 662

Plinius Caecilius Secundus Gaius

Estimate
€2,500 - €5,000
ca. US$2,719 - US$5,438
Price realised:
€2,600
ca. US$2,828
Beschreibung:

Plinius Caecilius Secundus Gaius Epistolarum libri Decem, in quibus multae habentur epistolae non ante impressae…Eiusdem Panegyricus Traiano Imp. Dictus. Eiusdem de Viris illustribus in Re militari, et in administranda Rep. Svetonii Tranquilli de claris Grammaticis et Rhetorib. Venetiis: In Aedib. Aldi, et Andreae Asulani soceri, mese Novembri, 1508. In-8° (mm 152×92). Pagine [24], 525, [2] Segnatura: *8 **4 a-z8 aa-kk8 (bianca la carta **4). Nel nostro esemplare la carta **2 precede la carta **1, e la carta bianca **4 la carta **3. Al verso dell’ultima carta marca tipografica, incisa su legno. Spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Esemplare in ottimo stato di conservazione. Parziale distacco della carta di guardia anteriore, gora al margine superiore delle carte, pi˜ù evidente ai fascicoli centrali e finali. Bella legatura coeva in pelle marrone su piatti in cartone. Piatti inquadrati da due cornici concentriche di filetti a secco, spazio rettangolare delimitato da rotella a rabeschi, e diviso in due quadrati decorati al centro da fiorellini e racemi, con tracce dell’originaria doratura. Fori per bindelle. Dorso liscio decorato con intreccio di filetti a secco. Tagli dorati e goffrati. Leggera usura della pelle in corrispondenza delle cuffie, lievemente lasco il piatto anteriore. In calce alla carta kk8r nota vergata in inchiostro rossiccio ‘Romae in Cancellaria aede Carlis de Medicis, die secunda Aprilis m.d.xviii. anno sexto Leonis x.mi Mula peperit’; in basso il numero ‘155’, con numeratore meccanico. La stessa mano ha vergato alcune brevi note a margine del testo. Prima edizione completa delle epistole di Plinio, edita da Aldo Manuzio sulla base di un codice – noto come Parisinus – scoperto a Parigi intorno al 1500 da Fra Giocondo da Verona, e sul cui ritrovamento Aldo aveva ricevuto notizia grazie a una lettera inviatagli alla vigilia del Natale del 1501 da Ianos Laskaris, allora residente in Francia. Fino all’edizione aldina, delle epistolae pliniane erano interamente noti i primi otto libri, per la prima volta dati alle stampe a Venezia nel 1471 (Goff P, 804), mentre del decimo libro era stata impressa nel 1502, presso Giovanni Tacuino, una selezione di 46 lettere, curata da Girolamo Avanzi sulla base di una copia del Parisinus. La novità dell'edizione ˜è sottolineata fin dal frontespizio, con il riferimento a quei dieci libri “in quibus multae habentur epistolae non ante impressae”. Anche Aldo utilizz˜o una copia del manoscritto scoperto da Giocondo da Verona, fornita alla sua bottega dall’ambasciatore veneziano a Parigi Alvise Mocenigo, al quale non a caso il tipografo dedica la propria fatica editoriale, esprimendo la propria gratitudine per la trasmissione di un codice di cos˜ì grande importanza testuale, e di tale antichità. Sul modello di alcune edizioni composite già apparse nel corso del xv secolo, l’edizione aldina offre il testo di altre due opere pliniane, il Panegyricus e il Libellus de viris illustribus, ritenuta oggi spuria, nonché il Libellus de claris grammaticis et rhetoribus di Svetonio (70126) e il Prodigiorum liber di Iulius Obsequens (iv secolo). Come informa lo stesso Aldo nella lettera al Mocenigo, alla cura del volume collabor˜o l’umanista veneziano Giovan Battista Egnazio. Si tratta del primo libro prodotto dalla bottega aldina in cui appare, al colophon, la formula che associa ufficialmente a Aldo il suocero Andrea Torresano, ‘in aedibus Aldi et Andreae Asulani soceri’. Curiosa ˜è inoltre l’annotazione che, nel nostro esemplare, ˜è vergata in calce a detto colophon, ‘Romae in Cancellaria aede Carlis de Medicis, die secunda Aprilis m.d.xviii. anno sexto Leonis x.mi Mula peperit’, in riferimento al palazzo romano fatto edificare dal cardinale Raffaele Riario, e destinato – dopo la congiura del 1517 contro Leone x Medici, di cui il cardinale stesso fu tra i protagonisti a sede della Cancelleria Apostolica. L’espressione mula peperit rimanda a un adagium pervetustum, attestato anche ne

Auction archive: Lot number 662
Auction:
Datum:
1 Dec 2015 - 2 Dec 2015
Auction house:
Libro Philobiblon S.r.l.
Via Antonio Bertoloni 45
00197 Roma
Italy
info@philobiblon.org
+39 06 45555970
Beschreibung:

Plinius Caecilius Secundus Gaius Epistolarum libri Decem, in quibus multae habentur epistolae non ante impressae…Eiusdem Panegyricus Traiano Imp. Dictus. Eiusdem de Viris illustribus in Re militari, et in administranda Rep. Svetonii Tranquilli de claris Grammaticis et Rhetorib. Venetiis: In Aedib. Aldi, et Andreae Asulani soceri, mese Novembri, 1508. In-8° (mm 152×92). Pagine [24], 525, [2] Segnatura: *8 **4 a-z8 aa-kk8 (bianca la carta **4). Nel nostro esemplare la carta **2 precede la carta **1, e la carta bianca **4 la carta **3. Al verso dell’ultima carta marca tipografica, incisa su legno. Spazi bianchi per capitali, con letterine guida. Esemplare in ottimo stato di conservazione. Parziale distacco della carta di guardia anteriore, gora al margine superiore delle carte, pi˜ù evidente ai fascicoli centrali e finali. Bella legatura coeva in pelle marrone su piatti in cartone. Piatti inquadrati da due cornici concentriche di filetti a secco, spazio rettangolare delimitato da rotella a rabeschi, e diviso in due quadrati decorati al centro da fiorellini e racemi, con tracce dell’originaria doratura. Fori per bindelle. Dorso liscio decorato con intreccio di filetti a secco. Tagli dorati e goffrati. Leggera usura della pelle in corrispondenza delle cuffie, lievemente lasco il piatto anteriore. In calce alla carta kk8r nota vergata in inchiostro rossiccio ‘Romae in Cancellaria aede Carlis de Medicis, die secunda Aprilis m.d.xviii. anno sexto Leonis x.mi Mula peperit’; in basso il numero ‘155’, con numeratore meccanico. La stessa mano ha vergato alcune brevi note a margine del testo. Prima edizione completa delle epistole di Plinio, edita da Aldo Manuzio sulla base di un codice – noto come Parisinus – scoperto a Parigi intorno al 1500 da Fra Giocondo da Verona, e sul cui ritrovamento Aldo aveva ricevuto notizia grazie a una lettera inviatagli alla vigilia del Natale del 1501 da Ianos Laskaris, allora residente in Francia. Fino all’edizione aldina, delle epistolae pliniane erano interamente noti i primi otto libri, per la prima volta dati alle stampe a Venezia nel 1471 (Goff P, 804), mentre del decimo libro era stata impressa nel 1502, presso Giovanni Tacuino, una selezione di 46 lettere, curata da Girolamo Avanzi sulla base di una copia del Parisinus. La novità dell'edizione ˜è sottolineata fin dal frontespizio, con il riferimento a quei dieci libri “in quibus multae habentur epistolae non ante impressae”. Anche Aldo utilizz˜o una copia del manoscritto scoperto da Giocondo da Verona, fornita alla sua bottega dall’ambasciatore veneziano a Parigi Alvise Mocenigo, al quale non a caso il tipografo dedica la propria fatica editoriale, esprimendo la propria gratitudine per la trasmissione di un codice di cos˜ì grande importanza testuale, e di tale antichità. Sul modello di alcune edizioni composite già apparse nel corso del xv secolo, l’edizione aldina offre il testo di altre due opere pliniane, il Panegyricus e il Libellus de viris illustribus, ritenuta oggi spuria, nonché il Libellus de claris grammaticis et rhetoribus di Svetonio (70126) e il Prodigiorum liber di Iulius Obsequens (iv secolo). Come informa lo stesso Aldo nella lettera al Mocenigo, alla cura del volume collabor˜o l’umanista veneziano Giovan Battista Egnazio. Si tratta del primo libro prodotto dalla bottega aldina in cui appare, al colophon, la formula che associa ufficialmente a Aldo il suocero Andrea Torresano, ‘in aedibus Aldi et Andreae Asulani soceri’. Curiosa ˜è inoltre l’annotazione che, nel nostro esemplare, ˜è vergata in calce a detto colophon, ‘Romae in Cancellaria aede Carlis de Medicis, die secunda Aprilis m.d.xviii. anno sexto Leonis x.mi Mula peperit’, in riferimento al palazzo romano fatto edificare dal cardinale Raffaele Riario, e destinato – dopo la congiura del 1517 contro Leone x Medici, di cui il cardinale stesso fu tra i protagonisti a sede della Cancelleria Apostolica. L’espressione mula peperit rimanda a un adagium pervetustum, attestato anche ne

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Datum:
1 Dec 2015 - 2 Dec 2015
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