Auktionsarchiv: Los-Nr. 38

PICO DELLA MIRANDOLA. Examen vanitatis doctrinae gentium

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n. a.
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PICO DELLA MIRANDOLA. Examen vanitatis doctrinae gentium

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Giovanni PICO DELLA MIRANDOLA PICO DELLA MIRANDOLA. Examen vanitatis doctrinae gentium. PICO DELLA MIRANDOLA, Giovanni Francesco. Examen vanitatis doctrinae gentium, et veritatis Christianae disciplinae, distinctum in libros sex. Mirandola, Giovanni Mazzocchi, 1520 Folio, mm. 310x215; Legatura alle armi di Papa Pio VI, vitello marrone marmorizzato, piatti inquadrati da rotella impressa in oro, al centro lo stemma papale in oro, dorso a 6 nervi, tasselli ai comparti con titolo, data e fregi floreali, risguardi in carta decorata in xilografia; cc. [6], CCVIII, Segn. 16 A-2L6 2M4; Colophon a carta 2M1r, Marca a carta 2M4r. Spazi per iniziali con letterine guida, car. greco e romano. Esemplare appartenuto a Giuseppe Martini con fitte notazioni manoscritte al foglio di guardia. Legatura leggermente strofinata e con qualche traccia d’uso. Forellini di tarlo sul dorso. Internamente bell’esemplare marginoso. Rara edizione originale. La prima esposizione dello scetticismo greco nel mondo moderno. È l’opera principale di Giovanni Francesco, in cui egli attacca i sistemi filosofici degli antichi e soprattutto la filosofia aristotelica, compreso S. Tommaso d’Aquino e il pensiero tomista. Pico contesta la fiducia nella conoscenza e nella ragione che permettono di giungere solo a conclusioni arbitrarie. Riprendendo alcune tesi tipiche dello scetticismo di Pirrone e Sesto Empirico, il filosofo nega la validità dei sillogismi e dell'induttivismo e svaluta l'idea della causalità: nulla è conoscibile, mentre la fede può fondarsi solo su una rivelazione. Nauert: “Gianfrancesco's most important philosophical work, probably written sometime after 1510 and published in 1520, was Examen vanitatis doctrinae gentium, which is especially important because it marks the first serious attempt to adapt the Pyrrhonist (radically skeptical) philosophical ideas of the Hellenistic philosopher Sextus Empiricus to contemporary intellectual discourse.” Giuseppe Martini 1870-1944, bibliofilo, collezionista e libraio, ha formato in oltre trent'anni una collezione che, intorno alla metà del XIX secolo, è stato considerata la più ricca collezione privata di letteratura italiana. Adams P-1156; Charles G. Nauert: Historical Dictionary of Renaissance, 2004, p. 340. Cfr. Popkin: The History of Scepticism. From Savonarola to Bayle, 2003; Schmitt: Gianfrancesco Pico della Mirandola (1469-1533) and his critique of Aristotle, 1967; Copenhaver & Schmitt: Renaissance Philosophy, 1992.

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Giovanni PICO DELLA MIRANDOLA PICO DELLA MIRANDOLA. Examen vanitatis doctrinae gentium. PICO DELLA MIRANDOLA, Giovanni Francesco. Examen vanitatis doctrinae gentium, et veritatis Christianae disciplinae, distinctum in libros sex. Mirandola, Giovanni Mazzocchi, 1520 Folio, mm. 310x215; Legatura alle armi di Papa Pio VI, vitello marrone marmorizzato, piatti inquadrati da rotella impressa in oro, al centro lo stemma papale in oro, dorso a 6 nervi, tasselli ai comparti con titolo, data e fregi floreali, risguardi in carta decorata in xilografia; cc. [6], CCVIII, Segn. 16 A-2L6 2M4; Colophon a carta 2M1r, Marca a carta 2M4r. Spazi per iniziali con letterine guida, car. greco e romano. Esemplare appartenuto a Giuseppe Martini con fitte notazioni manoscritte al foglio di guardia. Legatura leggermente strofinata e con qualche traccia d’uso. Forellini di tarlo sul dorso. Internamente bell’esemplare marginoso. Rara edizione originale. La prima esposizione dello scetticismo greco nel mondo moderno. È l’opera principale di Giovanni Francesco, in cui egli attacca i sistemi filosofici degli antichi e soprattutto la filosofia aristotelica, compreso S. Tommaso d’Aquino e il pensiero tomista. Pico contesta la fiducia nella conoscenza e nella ragione che permettono di giungere solo a conclusioni arbitrarie. Riprendendo alcune tesi tipiche dello scetticismo di Pirrone e Sesto Empirico, il filosofo nega la validità dei sillogismi e dell'induttivismo e svaluta l'idea della causalità: nulla è conoscibile, mentre la fede può fondarsi solo su una rivelazione. Nauert: “Gianfrancesco's most important philosophical work, probably written sometime after 1510 and published in 1520, was Examen vanitatis doctrinae gentium, which is especially important because it marks the first serious attempt to adapt the Pyrrhonist (radically skeptical) philosophical ideas of the Hellenistic philosopher Sextus Empiricus to contemporary intellectual discourse.” Giuseppe Martini 1870-1944, bibliofilo, collezionista e libraio, ha formato in oltre trent'anni una collezione che, intorno alla metà del XIX secolo, è stato considerata la più ricca collezione privata di letteratura italiana. Adams P-1156; Charles G. Nauert: Historical Dictionary of Renaissance, 2004, p. 340. Cfr. Popkin: The History of Scepticism. From Savonarola to Bayle, 2003; Schmitt: Gianfrancesco Pico della Mirandola (1469-1533) and his critique of Aristotle, 1967; Copenhaver & Schmitt: Renaissance Philosophy, 1992.

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