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Auction archive: Lot number 42

PIATTO URBINO O DUCATO DI URBINO, 1540

Estimate
€30,000 - €40,000
ca. US$33,705 - US$44,940
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 42

PIATTO URBINO O DUCATO DI URBINO, 1540

Estimate
€30,000 - €40,000
ca. US$33,705 - US$44,940
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

PIATTO URBINO O DUCATO DI URBINO, 1540 CIRCA Maiolica dipinta in policromia con arancio, giallo, verde, blu, bruno di manganese nella tonalità nera, marrone e bianco di stagno. Alt. cm 4; diam. cm 29,7; diam. piede cm 8,5 . Sul retro al centro del cavetto in blu di cobalto la scritta Europa . Il piatto ha un cavetto largo e concavo a stacco marcato, la tesa è larga e obliqua e termina in un orlo arrotondato e orlato di giallo. Alcune linee gialle sul retro ne sottolineano i contorni. Il piatto poggia su un piede basso e privo di anello. Sul verso , al centro del piede, in blu di cobalto si legge la scritta Europa . Il piatto è decorato su uno smalto grasso, molto ricco con vetrina brillante molto lucida e vetrosa sia sul fronte sia sul retro, e con abbondante uso di pigmenti. La scena interessa l'intera superficie senza soluzione di continuità e descrive il momento in cui Europa sale in groppa al toro sotto le cui spoglie si cela Giove , che intende rapirla. L'episodio è ben distribuito sul piatto a raffigurare narrativamente momenti ben distinti: diviso in tre parti , a sinistra Europa e le sue ancelle sono dipinte vicino al toro, al centro della composizione la giovane donna è raffigurata ormai in groppa all'animale e nel momento immediatamente precedente al rapimento, a destra accorre il padre Antenore . Alcuni esemplari di confronto sono conservati al Museo di Pesaro e ci fanno comprendere come questo episodio della mitologia antica (1) abbia avuto un grande successo nel Rinascimento , tanto da essere tra quelli più raffigurati in maiolica durante tutto il secolo XVI (2). Tra questi, un piatto ormai attribuito a Sforza di Marcantonio (3) , databile al 1550 circa , si avvicina al nostro per scelta decorativa, ma non per stile pittorico; inoltre, diversamente dal nostro esemplare (4), aggiunge alla scena il momento del rapimento vero e proprio, con Europa in groppa al toro ormai perduta in mezzo al mare. Questa versione trae ispirazione dalle incisioni di Bonasone, e i personaggi sembrano più vicini a tale sensibilità. La seconda parte del rapimento compare anche in un altro esemplare che, per sintassi decorativa e ambito culturale , ci pare più vicino al nostro, benché anch’esso stilisticamente differente. La scena , tratta dall’incisione di Bernard Salomon , è stata poi riprodotta per intero anche in un altro piatto , sempre di ambito urbinate , dello stesso museo (5), anche se non avvicinabile concettualmente o stilisticamente a quello in esame. Infine un piatto , comparso sul mercato lo scorso anno (6) , espone l’episodio in maniera analoga: con le ancelle unite in gruppo e la protagonista rivolta di spalle mente sale sul toro . Anche nel nostro caso, come per l’ultimo esemplare sopraccitato, ci pare che l’opera più vicina per l’interpretazione della scena sia la coppa conservata nel Museo di Pesaro e attribuita al “Pittore del Pianeta Venere“, vicino a Girolamo Lanfranco dalle Gabicce, che mostra anch’essa la protagonista seduta di spalle (7). È del resto assai probabile che questi esemplari traggano ispirazione da una fonte incisoria simile o da un capostipite per tale iconografia: comunque dalla miscellanea di più fonti incisorie da identificare. Il piatto in esame s’inserisce dunque nel contesto culturale di pittori di scuola urbinate che operano attivamente in tutto il ducato, e che per confronto stilistico si possono avvicinare alla produzione della prima metà del secolo XVI. Il piatto compare nel catalogo di vendita della collezione Scott-Taggart come opera di Urbino databile 1550-1560 (8). 1 OVIDIO, Metamorfosi, II, 858-875. 2 Anche grazie alla diffusione dei testi ovidiani in edizioni figurate, come quella lionese di Bernard Salomon (1557). 3 FONTEBUONI 1986, scheda catalografica 36; BISCONTINI UGOLINI, 1979, pp. 7-10 tavv. III-IV; LESSMANN 1979, nn. 465-466, 486-496 e XXXII, XIV; MALLET 1987, pp. 82-84 tavv. 27, 29, 30. 4 Inv. 4385 scheda 23 di P. Buda in CASAZZA 2005, p. 151 n. 23. 5 Inv

Auction archive: Lot number 42
Auction:
Datum:
1 Oct 2015
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

PIATTO URBINO O DUCATO DI URBINO, 1540 CIRCA Maiolica dipinta in policromia con arancio, giallo, verde, blu, bruno di manganese nella tonalità nera, marrone e bianco di stagno. Alt. cm 4; diam. cm 29,7; diam. piede cm 8,5 . Sul retro al centro del cavetto in blu di cobalto la scritta Europa . Il piatto ha un cavetto largo e concavo a stacco marcato, la tesa è larga e obliqua e termina in un orlo arrotondato e orlato di giallo. Alcune linee gialle sul retro ne sottolineano i contorni. Il piatto poggia su un piede basso e privo di anello. Sul verso , al centro del piede, in blu di cobalto si legge la scritta Europa . Il piatto è decorato su uno smalto grasso, molto ricco con vetrina brillante molto lucida e vetrosa sia sul fronte sia sul retro, e con abbondante uso di pigmenti. La scena interessa l'intera superficie senza soluzione di continuità e descrive il momento in cui Europa sale in groppa al toro sotto le cui spoglie si cela Giove , che intende rapirla. L'episodio è ben distribuito sul piatto a raffigurare narrativamente momenti ben distinti: diviso in tre parti , a sinistra Europa e le sue ancelle sono dipinte vicino al toro, al centro della composizione la giovane donna è raffigurata ormai in groppa all'animale e nel momento immediatamente precedente al rapimento, a destra accorre il padre Antenore . Alcuni esemplari di confronto sono conservati al Museo di Pesaro e ci fanno comprendere come questo episodio della mitologia antica (1) abbia avuto un grande successo nel Rinascimento , tanto da essere tra quelli più raffigurati in maiolica durante tutto il secolo XVI (2). Tra questi, un piatto ormai attribuito a Sforza di Marcantonio (3) , databile al 1550 circa , si avvicina al nostro per scelta decorativa, ma non per stile pittorico; inoltre, diversamente dal nostro esemplare (4), aggiunge alla scena il momento del rapimento vero e proprio, con Europa in groppa al toro ormai perduta in mezzo al mare. Questa versione trae ispirazione dalle incisioni di Bonasone, e i personaggi sembrano più vicini a tale sensibilità. La seconda parte del rapimento compare anche in un altro esemplare che, per sintassi decorativa e ambito culturale , ci pare più vicino al nostro, benché anch’esso stilisticamente differente. La scena , tratta dall’incisione di Bernard Salomon , è stata poi riprodotta per intero anche in un altro piatto , sempre di ambito urbinate , dello stesso museo (5), anche se non avvicinabile concettualmente o stilisticamente a quello in esame. Infine un piatto , comparso sul mercato lo scorso anno (6) , espone l’episodio in maniera analoga: con le ancelle unite in gruppo e la protagonista rivolta di spalle mente sale sul toro . Anche nel nostro caso, come per l’ultimo esemplare sopraccitato, ci pare che l’opera più vicina per l’interpretazione della scena sia la coppa conservata nel Museo di Pesaro e attribuita al “Pittore del Pianeta Venere“, vicino a Girolamo Lanfranco dalle Gabicce, che mostra anch’essa la protagonista seduta di spalle (7). È del resto assai probabile che questi esemplari traggano ispirazione da una fonte incisoria simile o da un capostipite per tale iconografia: comunque dalla miscellanea di più fonti incisorie da identificare. Il piatto in esame s’inserisce dunque nel contesto culturale di pittori di scuola urbinate che operano attivamente in tutto il ducato, e che per confronto stilistico si possono avvicinare alla produzione della prima metà del secolo XVI. Il piatto compare nel catalogo di vendita della collezione Scott-Taggart come opera di Urbino databile 1550-1560 (8). 1 OVIDIO, Metamorfosi, II, 858-875. 2 Anche grazie alla diffusione dei testi ovidiani in edizioni figurate, come quella lionese di Bernard Salomon (1557). 3 FONTEBUONI 1986, scheda catalografica 36; BISCONTINI UGOLINI, 1979, pp. 7-10 tavv. III-IV; LESSMANN 1979, nn. 465-466, 486-496 e XXXII, XIV; MALLET 1987, pp. 82-84 tavv. 27, 29, 30. 4 Inv. 4385 scheda 23 di P. Buda in CASAZZA 2005, p. 151 n. 23. 5 Inv

Auction archive: Lot number 42
Auction:
Datum:
1 Oct 2015
Auction house:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italy
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+39 055 2340888
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