Pelagio Palagi (Bologna 1775-Torino 1860) RITRATTO DI FRANCESCO I DâAUSTRIA olio su tela, cm 85,5x72  Provenienza : già collezione E. Rossi, Milano; collezione privata  Bibliografia : S. Zamboni, Contributi a Pelagio Palagi , in âAtti e Memorie dellâAccademia Clementina di Bolognaâ, XI, 1974, pp. 102-103, 106, nota 27; fig. 32 a  Corredato da attestato di libera circolazione  Trasferitosi a Milano nel 1815 dopo quasi dieci anni trascorsi a Roma, Palagi ebbe certo modo di assistere allâingresso trionfale di Francesco I dâAustria e dellâImperatrice Maria Ludovica, avvenuto il 31 dicembre di quellâanno, e di ritrarre dal vero il sovrano nei due mesi della sua permanenza in città . Le circostanze di questa commissione non sono tuttavia documentate con esattezza: il ritratto dellâImperatore dâAustria, eseguito dal Palagi in più versioni, si cela infatti tra le commissioni ricevute âdal Governo e da particolariâ che lâartista bolognese registra senza indulgere in dettagli, a differenza dei dipinti âdi storiaâ di cui precisa invece soggetti e committenti. Lâattività di ritrattista per lâaristocrazia milanese lo occupa intensamente almeno fino al 1821, a dimostrazione del successo ottenuto a Milano dal suo modello celebrativo, teso a restituire attraverso gli oggetti raffigurati, veri e propri attributi simbolici, il carattere del soggetto e insieme il suo ruolo pubblico. Il dipinto qui presentato costituisce una variante di quello, più noto in virtù della sua collocazione ma non necessariamente anteriore al nostro, conservato presso lâAccademia di Belle Arti di Bologna e proveniente dalla Zecca di Milano che, come risulta da un pagamento allâartista, gli fu commissionato da quella Direzione nel 1817. Sappiamo peraltro dalla sua corrispondenza che il dipinto in questione non fu la più antica versione di questo ritratto ma forse solo la più famosa e che, vera e propria icona del potere imperiale, fu comunque replicato in altri esemplari di cui solo il nostro sembra oggi conservato. La principale differenza rispetto al quadro di Bologna riguarda lo sfondo, nel nostro caso aperto a sinistra su un tratto di cielo che in quello è invece celato da una tenda. Unâinquadratura lievemente più ampia consente altresì, nella nostra versione, una visione più completa degli attributi regali. Difficile dire quale soluzione preceda lâaltra: è certo però che il ritratto ufficiale dellâImperatore dipinto da Pelagio Palagi fu poi copiato dal Mazzola verso la fine del secolo in una modesta tavoletta ora a Brera e, ridotto a mezzo busto, ripreso da Giovan Battista Gigola in una miniatura ora nelle raccolte dei Musei di Arte e Storia a Brescia. Â
Pelagio Palagi (Bologna 1775-Torino 1860) RITRATTO DI FRANCESCO I DâAUSTRIA olio su tela, cm 85,5x72  Provenienza : già collezione E. Rossi, Milano; collezione privata  Bibliografia : S. Zamboni, Contributi a Pelagio Palagi , in âAtti e Memorie dellâAccademia Clementina di Bolognaâ, XI, 1974, pp. 102-103, 106, nota 27; fig. 32 a  Corredato da attestato di libera circolazione  Trasferitosi a Milano nel 1815 dopo quasi dieci anni trascorsi a Roma, Palagi ebbe certo modo di assistere allâingresso trionfale di Francesco I dâAustria e dellâImperatrice Maria Ludovica, avvenuto il 31 dicembre di quellâanno, e di ritrarre dal vero il sovrano nei due mesi della sua permanenza in città . Le circostanze di questa commissione non sono tuttavia documentate con esattezza: il ritratto dellâImperatore dâAustria, eseguito dal Palagi in più versioni, si cela infatti tra le commissioni ricevute âdal Governo e da particolariâ che lâartista bolognese registra senza indulgere in dettagli, a differenza dei dipinti âdi storiaâ di cui precisa invece soggetti e committenti. Lâattività di ritrattista per lâaristocrazia milanese lo occupa intensamente almeno fino al 1821, a dimostrazione del successo ottenuto a Milano dal suo modello celebrativo, teso a restituire attraverso gli oggetti raffigurati, veri e propri attributi simbolici, il carattere del soggetto e insieme il suo ruolo pubblico. Il dipinto qui presentato costituisce una variante di quello, più noto in virtù della sua collocazione ma non necessariamente anteriore al nostro, conservato presso lâAccademia di Belle Arti di Bologna e proveniente dalla Zecca di Milano che, come risulta da un pagamento allâartista, gli fu commissionato da quella Direzione nel 1817. Sappiamo peraltro dalla sua corrispondenza che il dipinto in questione non fu la più antica versione di questo ritratto ma forse solo la più famosa e che, vera e propria icona del potere imperiale, fu comunque replicato in altri esemplari di cui solo il nostro sembra oggi conservato. La principale differenza rispetto al quadro di Bologna riguarda lo sfondo, nel nostro caso aperto a sinistra su un tratto di cielo che in quello è invece celato da una tenda. Unâinquadratura lievemente più ampia consente altresì, nella nostra versione, una visione più completa degli attributi regali. Difficile dire quale soluzione preceda lâaltra: è certo però che il ritratto ufficiale dellâImperatore dipinto da Pelagio Palagi fu poi copiato dal Mazzola verso la fine del secolo in una modesta tavoletta ora a Brera e, ridotto a mezzo busto, ripreso da Giovan Battista Gigola in una miniatura ora nelle raccolte dei Musei di Arte e Storia a Brescia. Â
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