Orazio De Ferrari (Voltri 1605 - Genova 1657) olio su tela, cm 167x200 L’episodio biblico illustrato da Orazio de Ferrari in questa sua opera, riportato anche nella Vulgata di S.Girolamo, raffigura la regina Ester, spossata da tre giorni di digiuno, svenire tra le braccia del marito, il re persiano Assuero, dal quale s’era recata per implorarlo d’annullare un editto di condanna a morte di ogni appartenente al popolo ebreo. Il racconto biblico ispirò l’opera di molti pittori del XVI e XVII secolo, anche perché fortemente promosso dal Concilio di Trento, in quanto sembrava prefigurare l’intercessione di Maria nel Giudizio Universale. In particolare il soggetto si può dire che divenne un argomento quasi obbligato per tutti i pittori genovesi, anche perché cantato con notevole successo dal poema del letterato e poeta locale Ansaldo Cebà (1615). Come si vede anche in quest’opera del De Ferrari, il tema favoriva una messa in scena di grande impatto teatrale, corrispondendo perfettamente al gusto dell’epoca barocca, con azioni convulse, sfarzo di ricchi costumi dell’epoca, raffigurato in ambienti di grande magnificenza architettonica, che richiamavano quelli dei nobili palazzi genovesi.
Orazio De Ferrari (Voltri 1605 - Genova 1657) olio su tela, cm 167x200 L’episodio biblico illustrato da Orazio de Ferrari in questa sua opera, riportato anche nella Vulgata di S.Girolamo, raffigura la regina Ester, spossata da tre giorni di digiuno, svenire tra le braccia del marito, il re persiano Assuero, dal quale s’era recata per implorarlo d’annullare un editto di condanna a morte di ogni appartenente al popolo ebreo. Il racconto biblico ispirò l’opera di molti pittori del XVI e XVII secolo, anche perché fortemente promosso dal Concilio di Trento, in quanto sembrava prefigurare l’intercessione di Maria nel Giudizio Universale. In particolare il soggetto si può dire che divenne un argomento quasi obbligato per tutti i pittori genovesi, anche perché cantato con notevole successo dal poema del letterato e poeta locale Ansaldo Cebà (1615). Come si vede anche in quest’opera del De Ferrari, il tema favoriva una messa in scena di grande impatto teatrale, corrispondendo perfettamente al gusto dell’epoca barocca, con azioni convulse, sfarzo di ricchi costumi dell’epoca, raffigurato in ambienti di grande magnificenza architettonica, che richiamavano quelli dei nobili palazzi genovesi.
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