Auktionsarchiv: Los-Nr. 586

GOZZANO, Guido (1883-1916). Bellissima, lunghissima ( otto pagine 8° fittamente vergate) lettera autografa firmata del "sofista subalpino", 1-6-907 S. Francesco d'Albaro, Albergo di S. Giuliano Genova , al Mio caro Gianelli : il mio esilio dura già q...

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GOZZANO, Guido (1883-1916). Bellissima, lunghissima ( otto pagine 8° fittamente vergate) lettera autografa firmata del "sofista subalpino", 1-6-907 S. Francesco d'Albaro, Albergo di S. Giuliano Genova , al Mio caro Gianelli : il mio esilio dura già q...

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GOZZANO, Guido (1883-1916). Bellissima, lunghissima ( otto pagine 8° fittamente vergate) lettera autografa firmata del "sofista subalpino", 1-6-907 S. Francesco d'Albaro, Albergo di S. Giuliano Genova , al Mio caro Gianelli : il mio esilio dura già quasi da due mesi! Sono qui, in questa spiaggia deserta, come piace a me, nell'unico albergo modestissimo - come piace a me. Abito una stanza che dà a picco sul mare: e mi sono abituato a dormire alla voce dell'onda che s'accartoccia proprio sotto la mia finestra. Dalla mia finestra godo la vista di tutto il golfo, da Genova a Portofino: un incanto. E moralmente mi sento rifiorito. Fisicamente no. Faccio una vita igienica per eccellenza eppure sto - diciamo pure - male. Nessuno dei sintomi che lamentavo a Torino è scomparso: sempre la tosse, la fiacchezza, l'espettorazione, e un po' di febbre. Poi, più inquietante di tutto - qualche sbocco di sangue . Prosegue poi, il poeta, a illustrare nel dettaglio sintomatologia e diagnosi della tubercolosi che fra meno di dieci anni lo porterà a morte precoce. Racconta poi delle sue peregrinazioni lungo il litorale: qualche volta raggiungo l'Abazia di S. Giuliano: una bella chiesa gotica a fasce bianche e nere, a picco sul mare. Entro, chiacchiero un po' coi benedettini; sono simpatici: sanno che non credo in Dio, ma mi vogliono bene lo stesso . In questo ritiro spirituale e igienistico si potrebbero scrivere dei bei versi Ma su che? Su queste belle cose? ... Sul mio male? Ah! No! La musa tubercolotica mi è esecrabile dopo i versi del buono Lorenzo Stecchetti! E allora? allora non si fanno versi, perché non c'è nessuna necessità di farne. Ieri, dopo due mesi, mi è ricapitata tra mano "La Via del Rifugio". Che delusione! Che miseria! Che schifo! Che pena!!!!... mai il libro mi apparve in tanta artificiosa povertà. Il mare è un critico sommo ed implacabile: pochi versi resistono alla sua voce: me ne accorgo anche da questo: che aprendo un volume, anche dei prediletti, dopo qualche istante ho gli occhi perduti all'orizzonte, e la fantasia chi sa dove! E' bello, invece, qui, rileggere Dante. Rileggere: leggere per conto mio! In liceo non ho mai varcato il canto V dell'Inferno ed ho dormiti interamente il Purgatorio e il Paradiso "con la gota premuta al frontespizio". Ora, che il ricordo del commento tabaccoso comincia a dileguare, vedo per la prima volta la bellezza del poema... Bisogna vivere soli, in faccia al mare, con la probabilità d'un male senza rimedio, per sentire la vacuità retorica della nostra poesia e intuire lontanamente ciò che potrebbe essere una poesia sincera. Non scriverò più versi, ma nel caso vorrei scrivere "Se fosse vero, se fosse vero ciò che m'han detto un poco di sangue dal petto e un rado colpo di tosse" Vorrei scrivere molte poesie di preparazione alla Morte, una preparazione serena e placida come non s'è vista mai . Lettera capolavoro: se se n'è vista mai.

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GOZZANO, Guido (1883-1916). Bellissima, lunghissima ( otto pagine 8° fittamente vergate) lettera autografa firmata del "sofista subalpino", 1-6-907 S. Francesco d'Albaro, Albergo di S. Giuliano Genova , al Mio caro Gianelli : il mio esilio dura già quasi da due mesi! Sono qui, in questa spiaggia deserta, come piace a me, nell'unico albergo modestissimo - come piace a me. Abito una stanza che dà a picco sul mare: e mi sono abituato a dormire alla voce dell'onda che s'accartoccia proprio sotto la mia finestra. Dalla mia finestra godo la vista di tutto il golfo, da Genova a Portofino: un incanto. E moralmente mi sento rifiorito. Fisicamente no. Faccio una vita igienica per eccellenza eppure sto - diciamo pure - male. Nessuno dei sintomi che lamentavo a Torino è scomparso: sempre la tosse, la fiacchezza, l'espettorazione, e un po' di febbre. Poi, più inquietante di tutto - qualche sbocco di sangue . Prosegue poi, il poeta, a illustrare nel dettaglio sintomatologia e diagnosi della tubercolosi che fra meno di dieci anni lo porterà a morte precoce. Racconta poi delle sue peregrinazioni lungo il litorale: qualche volta raggiungo l'Abazia di S. Giuliano: una bella chiesa gotica a fasce bianche e nere, a picco sul mare. Entro, chiacchiero un po' coi benedettini; sono simpatici: sanno che non credo in Dio, ma mi vogliono bene lo stesso . In questo ritiro spirituale e igienistico si potrebbero scrivere dei bei versi Ma su che? Su queste belle cose? ... Sul mio male? Ah! No! La musa tubercolotica mi è esecrabile dopo i versi del buono Lorenzo Stecchetti! E allora? allora non si fanno versi, perché non c'è nessuna necessità di farne. Ieri, dopo due mesi, mi è ricapitata tra mano "La Via del Rifugio". Che delusione! Che miseria! Che schifo! Che pena!!!!... mai il libro mi apparve in tanta artificiosa povertà. Il mare è un critico sommo ed implacabile: pochi versi resistono alla sua voce: me ne accorgo anche da questo: che aprendo un volume, anche dei prediletti, dopo qualche istante ho gli occhi perduti all'orizzonte, e la fantasia chi sa dove! E' bello, invece, qui, rileggere Dante. Rileggere: leggere per conto mio! In liceo non ho mai varcato il canto V dell'Inferno ed ho dormiti interamente il Purgatorio e il Paradiso "con la gota premuta al frontespizio". Ora, che il ricordo del commento tabaccoso comincia a dileguare, vedo per la prima volta la bellezza del poema... Bisogna vivere soli, in faccia al mare, con la probabilità d'un male senza rimedio, per sentire la vacuità retorica della nostra poesia e intuire lontanamente ciò che potrebbe essere una poesia sincera. Non scriverò più versi, ma nel caso vorrei scrivere "Se fosse vero, se fosse vero ciò che m'han detto un poco di sangue dal petto e un rado colpo di tosse" Vorrei scrivere molte poesie di preparazione alla Morte, una preparazione serena e placida come non s'è vista mai . Lettera capolavoro: se se n'è vista mai.

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