Fabio Mauroner (Tisano del Friuli, 1884 - Venezia, 1947) Raccolta di 125 incisioni.
Questa eccezionale raccolta copre in maniera quasi esaustiva l’intero corpus incisorio di Fabio Mauroner (125 opere su 146), uno dei più grandi e stimati acquafortisti italiani della prima metà del ‘900. Amico e sodale di Amedeo Modigliani Arturo Martini e Francesco Malipiero, era profondamente innamorato del Settecento e degli incisori veneziani del periodo, al punto di assumere quell’epoca vagheggiata come il proprio tempo, rivivendola creativamente e reinterpretandola in chiave poetica nuova e attuale, in modo così intenso da dominare ogni tentazione verso l’avanguardia, per quanto conosciuta, capita e apprezzata. Dal 1938, a cinquantaquattro anni, Mauroner abbandonò l’incisione per dedicarsi allo studio degli incisori veneti del Settecento considerati i suoi maestri ideali, sui quali scrisse testi autorevoli come il libro su Luca Carlevarijs. Modigliani gli aveva lasciato il suo studio a Venezia nell’inverno del 1906 per partire alla volta di Parigi, sembra stimolato dalla raccolta di Attraverso gli albi e le cartelle con gli scritti di Vittorio Pica sugli artisti francesi e le stampe giapponesi che proprio Mauroner gli aveva regalato. Si ritrovarono nella ville lumière anni dopo, ancora vicini di studio quando l’amico era già minato dal male e dalle privazioni. Mauroner, attratto dalla perizia tecnica dell’arte incisoria, aveva per modello gli incisori inglesi e americani – come Whister, Synge, Brangwyn, Pennell, Roth, Taylor Arms – abili e tecnicamente ferrei specie nelle vedute urbane, un filone importante e considerato dell’acquaforte internazionale primo-novecentesca. Era stato proprio Whistler con le sue vedute veneziane a far rifiorire la grande tradizione di Canaletto e Guardi. Al contempo, Mauroner non disdegnava la compagnia e il sodalizio con gli artisti d’avanguardia come il gruppo di Ca’ Pesaro, con i quali si presentò nel 1909 e poi nel 1914 all’albergo Excelsior del Lido dove esponevano i “rifiutati” della biennale. In quel contesto nacque l’ammirazione per Arturo Martini Tuttavia il coerente percorso artistico di Mauroner lo accosta, attraverso gli incisori inglesi e americani in Italia, a quella corrente degli acquafortisti e vedutisti come Emanuele Brugnoli (che aveva la cattedra d’incisione a Venezia), Giuseppe Miti Zanetti, Antonio Carbonati e Benvenuto Disertori. Numerose sono le sue incisioni dedicate a Venezia, con i suoi luoghi reconditi e i suoi dintorni lagunari, resa in senso scenografico e architettonico insieme all’attenzione per l’aspetto pittorico e atmosferico ottenuto con l’acquatinta e la mezzatinta. Ci sono poi le vedute di Firenze, di Roma e delle città dell’Umbria e del Lazio in cerca di luoghi solitari carichi di memorie storiche e romantiche suggestioni, fino a quelle francesi e quelle della Tunisia dove soggiornò nel 1922. Pochi nella sua produzione sono i ritratti (solo 7), ma molto belli, intensi e potenti. Nel 1984, in occasione del centenario della nascita, una mostra dell’intera opera incisa allestita a Udine ha restituito a Fabio Mauroner, definito dai suoi contemporanei “l’ultimo vedutista veneziano” e dal critico inglese Springer un poetico “ritrattista del paesaggio”, il ruolo che gli spetta nella storia dell’incisione italiana novecentesca ancora così ricca di sorprendenti riscoperte. Bibl.: Fabio Mauroner incisore. Catalogo della mostra a cura di Isabella Reale; presentazione di Guido Perocco. Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, Udine 1984, Pordenone, grafiche editoriali artistiche pordenonesi, 1984. Nell’elenco che segue le incisioni sono precedute dal numero riportato nel catalogo dell’opera incisa. 1) Cortile d'una casa fuori porta del popolo. 1904. Acquaforte. mm 90x120. Stato unico, tiratura a 10 esemplari firmati. 2) Squero a Castello. 1905. Puntasecca. mm 88x135. Stato unico, tiratura a 10 esemplari firmati. 4) S. Francesco del deserto. 1905. Acquaforte e maniera nera. mm 67x102. II stato/2. 5) La pila dell'acquasanta a S. Marco. 1905. Acquaforte. mm 240x165
Fabio Mauroner (Tisano del Friuli, 1884 - Venezia, 1947) Raccolta di 125 incisioni.
Questa eccezionale raccolta copre in maniera quasi esaustiva l’intero corpus incisorio di Fabio Mauroner (125 opere su 146), uno dei più grandi e stimati acquafortisti italiani della prima metà del ‘900. Amico e sodale di Amedeo Modigliani Arturo Martini e Francesco Malipiero, era profondamente innamorato del Settecento e degli incisori veneziani del periodo, al punto di assumere quell’epoca vagheggiata come il proprio tempo, rivivendola creativamente e reinterpretandola in chiave poetica nuova e attuale, in modo così intenso da dominare ogni tentazione verso l’avanguardia, per quanto conosciuta, capita e apprezzata. Dal 1938, a cinquantaquattro anni, Mauroner abbandonò l’incisione per dedicarsi allo studio degli incisori veneti del Settecento considerati i suoi maestri ideali, sui quali scrisse testi autorevoli come il libro su Luca Carlevarijs. Modigliani gli aveva lasciato il suo studio a Venezia nell’inverno del 1906 per partire alla volta di Parigi, sembra stimolato dalla raccolta di Attraverso gli albi e le cartelle con gli scritti di Vittorio Pica sugli artisti francesi e le stampe giapponesi che proprio Mauroner gli aveva regalato. Si ritrovarono nella ville lumière anni dopo, ancora vicini di studio quando l’amico era già minato dal male e dalle privazioni. Mauroner, attratto dalla perizia tecnica dell’arte incisoria, aveva per modello gli incisori inglesi e americani – come Whister, Synge, Brangwyn, Pennell, Roth, Taylor Arms – abili e tecnicamente ferrei specie nelle vedute urbane, un filone importante e considerato dell’acquaforte internazionale primo-novecentesca. Era stato proprio Whistler con le sue vedute veneziane a far rifiorire la grande tradizione di Canaletto e Guardi. Al contempo, Mauroner non disdegnava la compagnia e il sodalizio con gli artisti d’avanguardia come il gruppo di Ca’ Pesaro, con i quali si presentò nel 1909 e poi nel 1914 all’albergo Excelsior del Lido dove esponevano i “rifiutati” della biennale. In quel contesto nacque l’ammirazione per Arturo Martini Tuttavia il coerente percorso artistico di Mauroner lo accosta, attraverso gli incisori inglesi e americani in Italia, a quella corrente degli acquafortisti e vedutisti come Emanuele Brugnoli (che aveva la cattedra d’incisione a Venezia), Giuseppe Miti Zanetti, Antonio Carbonati e Benvenuto Disertori. Numerose sono le sue incisioni dedicate a Venezia, con i suoi luoghi reconditi e i suoi dintorni lagunari, resa in senso scenografico e architettonico insieme all’attenzione per l’aspetto pittorico e atmosferico ottenuto con l’acquatinta e la mezzatinta. Ci sono poi le vedute di Firenze, di Roma e delle città dell’Umbria e del Lazio in cerca di luoghi solitari carichi di memorie storiche e romantiche suggestioni, fino a quelle francesi e quelle della Tunisia dove soggiornò nel 1922. Pochi nella sua produzione sono i ritratti (solo 7), ma molto belli, intensi e potenti. Nel 1984, in occasione del centenario della nascita, una mostra dell’intera opera incisa allestita a Udine ha restituito a Fabio Mauroner, definito dai suoi contemporanei “l’ultimo vedutista veneziano” e dal critico inglese Springer un poetico “ritrattista del paesaggio”, il ruolo che gli spetta nella storia dell’incisione italiana novecentesca ancora così ricca di sorprendenti riscoperte. Bibl.: Fabio Mauroner incisore. Catalogo della mostra a cura di Isabella Reale; presentazione di Guido Perocco. Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte, Udine 1984, Pordenone, grafiche editoriali artistiche pordenonesi, 1984. Nell’elenco che segue le incisioni sono precedute dal numero riportato nel catalogo dell’opera incisa. 1) Cortile d'una casa fuori porta del popolo. 1904. Acquaforte. mm 90x120. Stato unico, tiratura a 10 esemplari firmati. 2) Squero a Castello. 1905. Puntasecca. mm 88x135. Stato unico, tiratura a 10 esemplari firmati. 4) S. Francesco del deserto. 1905. Acquaforte e maniera nera. mm 67x102. II stato/2. 5) La pila dell'acquasanta a S. Marco. 1905. Acquaforte. mm 240x165
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