Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica a lustro Diametro cm 32,6 Lacuna integrata al bordo e scheggiature Provenienza: coll. Galeazzi di Terni. Grande bacile con umbone delimitato da un cordolo a rilievo, ampio cavetto, breve tesa a bordo profilato e retro apodo. Al centro dellumbone è dipinto un busto di bella, volto di profilo a sinistra, con i capelli raccolti in una cuffia e con un ricco abito a scollatura quadrata, associato sulla sinistra ad un virgulto con foglie e fiori. Attorno allumbone si dispone una decorazione partita in otto settori trapezoidali, che racchiudono tralci fogliati ed embricazioni; lungo la tesa si snoda un motivo di foglie lanceolate unite per le punte, poste a sequenza a formare triangoli racchiudenti foglie. Sul verso sono tracciate a lustro quattro filettature concentriche e al centro un piccolo disco. Dipinto in blu e lustro dorato bronzeo. Questo tipo di bacile era concepito prevalentemente per essere posto sulle credenze come raffinato ornamento. La foggia prevedeva un umbone centrale di misura tale che combaciasse con il piede della relativa brocca impiegata per mescere acqua, da cui la denominazione da acquereccia (o acquereccio), sempre di elegante foggia slanciata: genere ispirato ad coeve realizzazioni in metallotecnica. Circa il lustro, ricordia- mo in breve che fu tecnica dapprima di origine medio- orientale, trasferita dai Mori nelle officine spagnole, specie valenzane, conosciuta in Italia attraverso i traffici maiorchini (da cui il termine majorica/ maiolica), e infine ripresa per alcuni decenni con grande sapienza tecnica in Umbria, con esiti insuperabili a Deruta e a Gubbio. In ordine alla decorazione questo bacile, in ragione della scelta di porre una bella al centro, aderisce alla cultura del cosiddetto vasellame amatorio, di larga fortuna commerciale che nelle botteghe derutesi veniva diversificata, sostituendo ad esempio il busto con il nome della destinataria 1, oppure nella scelta del repertorio complementare al tema centrale, ovvero ghirlande, embricazioni, grottesche ecc.. Molti i confronti che si possono istituire con opere coeve derutesi a lustro, sia per il tema della bella, associata al virgulto fiorito, sia per la stessa allinterno di piatti, coppe e bacili da acquareccia di simile foggia; limitandoci ai bacili si segnalano, ad esempio, due frammenti pertinenti a tale foggia, di cui uno è una di prova di lustro, del Museo delle ceramiche in Faenza, ed i bacili del Victoria and Albert Museum di Londra2, del Metropolitan Museum di New York, del Los An- geles County Museum of Art, del Fitzwilliam Mu- seo di Cambridge3, del Museo Nazionale di Stoc- colma4, nei Musei nazionali francesi5, del Museo Regionale della ceramica di Deruta6, nel Museo di Amburgo7, nel British Museum8, della Walters Art Gallery di Baltimore9 e in raccolta private, come la collezione Adda10, collezione Serra11 ed altri passati sul collezione privata12. 1RAVANELLI GUIDOTTI 1987, p. 133, scheda 20. 2RACKHAM 1940, nn. 452, 463. 3POOLE 1997, scheda 239, p. 169. 4DAHLBÄCK LUTTEMANN 1981, p. 64, fig. 29. 5GIACOMOTTI 1974, schede nn. 561- 563, 609, 610. 6BUSTI- COCCHI 1999, scheda 152, p. 237. 7RASMUSSEN 1984, scheda 109, pp. 148- 149. 8THORNTON- WILSON 2009, schede 272- 276, pp. 460- 467. 9 PRENTICEVON ERDBERG- C.ROSS 1952,scheda 15. 10RACKHAM 1959, fig. 155, n. 557. 11COLL. SERRA 1964, n. 41. 12Già collezioni Imbert, poi Ducrot (BALLARDINI 1934, n. 68; DRUOT 1961, lotto n. 4)1;: coll. P. Gillet (LEFEVRE 2006, pp. 23- 24; CHRISTIES 1981, lotto n. 202; GAR- DELLI 1999, scheda 197, pp. 412- 413; PANDOLFINI 2014, scheda 32, p. 26). Bibliografia Lopera è apparsa sul collezione privata nel 1976 (CHRISTIES 1976, lotto n. 109) ed è stata esposta alla Mostra Maioliche umbre decorate a lustro, Spoleto giugno- luglio 1982 (FIOCCO- GHERARDI 1982, n. 35, p. 11).
Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica a lustro Diametro cm 32,6 Lacuna integrata al bordo e scheggiature Provenienza: coll. Galeazzi di Terni. Grande bacile con umbone delimitato da un cordolo a rilievo, ampio cavetto, breve tesa a bordo profilato e retro apodo. Al centro dellumbone è dipinto un busto di bella, volto di profilo a sinistra, con i capelli raccolti in una cuffia e con un ricco abito a scollatura quadrata, associato sulla sinistra ad un virgulto con foglie e fiori. Attorno allumbone si dispone una decorazione partita in otto settori trapezoidali, che racchiudono tralci fogliati ed embricazioni; lungo la tesa si snoda un motivo di foglie lanceolate unite per le punte, poste a sequenza a formare triangoli racchiudenti foglie. Sul verso sono tracciate a lustro quattro filettature concentriche e al centro un piccolo disco. Dipinto in blu e lustro dorato bronzeo. Questo tipo di bacile era concepito prevalentemente per essere posto sulle credenze come raffinato ornamento. La foggia prevedeva un umbone centrale di misura tale che combaciasse con il piede della relativa brocca impiegata per mescere acqua, da cui la denominazione da acquereccia (o acquereccio), sempre di elegante foggia slanciata: genere ispirato ad coeve realizzazioni in metallotecnica. Circa il lustro, ricordia- mo in breve che fu tecnica dapprima di origine medio- orientale, trasferita dai Mori nelle officine spagnole, specie valenzane, conosciuta in Italia attraverso i traffici maiorchini (da cui il termine majorica/ maiolica), e infine ripresa per alcuni decenni con grande sapienza tecnica in Umbria, con esiti insuperabili a Deruta e a Gubbio. In ordine alla decorazione questo bacile, in ragione della scelta di porre una bella al centro, aderisce alla cultura del cosiddetto vasellame amatorio, di larga fortuna commerciale che nelle botteghe derutesi veniva diversificata, sostituendo ad esempio il busto con il nome della destinataria 1, oppure nella scelta del repertorio complementare al tema centrale, ovvero ghirlande, embricazioni, grottesche ecc.. Molti i confronti che si possono istituire con opere coeve derutesi a lustro, sia per il tema della bella, associata al virgulto fiorito, sia per la stessa allinterno di piatti, coppe e bacili da acquareccia di simile foggia; limitandoci ai bacili si segnalano, ad esempio, due frammenti pertinenti a tale foggia, di cui uno è una di prova di lustro, del Museo delle ceramiche in Faenza, ed i bacili del Victoria and Albert Museum di Londra2, del Metropolitan Museum di New York, del Los An- geles County Museum of Art, del Fitzwilliam Mu- seo di Cambridge3, del Museo Nazionale di Stoc- colma4, nei Musei nazionali francesi5, del Museo Regionale della ceramica di Deruta6, nel Museo di Amburgo7, nel British Museum8, della Walters Art Gallery di Baltimore9 e in raccolta private, come la collezione Adda10, collezione Serra11 ed altri passati sul collezione privata12. 1RAVANELLI GUIDOTTI 1987, p. 133, scheda 20. 2RACKHAM 1940, nn. 452, 463. 3POOLE 1997, scheda 239, p. 169. 4DAHLBÄCK LUTTEMANN 1981, p. 64, fig. 29. 5GIACOMOTTI 1974, schede nn. 561- 563, 609, 610. 6BUSTI- COCCHI 1999, scheda 152, p. 237. 7RASMUSSEN 1984, scheda 109, pp. 148- 149. 8THORNTON- WILSON 2009, schede 272- 276, pp. 460- 467. 9 PRENTICEVON ERDBERG- C.ROSS 1952,scheda 15. 10RACKHAM 1959, fig. 155, n. 557. 11COLL. SERRA 1964, n. 41. 12Già collezioni Imbert, poi Ducrot (BALLARDINI 1934, n. 68; DRUOT 1961, lotto n. 4)1;: coll. P. Gillet (LEFEVRE 2006, pp. 23- 24; CHRISTIES 1981, lotto n. 202; GAR- DELLI 1999, scheda 197, pp. 412- 413; PANDOLFINI 2014, scheda 32, p. 26). Bibliografia Lopera è apparsa sul collezione privata nel 1976 (CHRISTIES 1976, lotto n. 109) ed è stata esposta alla Mostra Maioliche umbre decorate a lustro, Spoleto giugno- luglio 1982 (FIOCCO- GHERARDI 1982, n. 35, p. 11).
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