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Auction archive: Lot number 81

Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI

Estimate
€6,000 - €8,000
ca. US$6,615 - US$8,820
Price realised:
n. a.
Auction archive: Lot number 81

Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI

Estimate
€6,000 - €8,000
ca. US$6,615 - US$8,820
Price realised:
n. a.
Beschreibung:

Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica “a lustro” Diametro cm 32,6 Lacuna integrata al bordo e scheggiature Provenienza: coll. Galeazzi di Terni. Grande bacile con umbone delimitato da un cordolo a rilievo, ampio cavetto, breve tesa a bordo profilato e retro apodo. Al centro dell’umbone è dipinto un busto di “bella”, volto di profilo a sinistra, con i capelli raccolti in una cuffia e con un ricco abito a scollatura quadrata, associato sulla sinistra ad un virgulto con foglie e fiori. Attorno all’umbone si dispone una decorazione partita in otto settori trapezoidali, che racchiudono tralci fogliati ed embricazioni; lungo la tesa si snoda un motivo di foglie lanceolate unite per le punte, poste a sequenza a formare triangoli racchiudenti foglie. Sul verso sono tracciate “a lustro” quattro filettature concentriche e al centro un piccolo disco. Dipinto in blu e “lustro” dorato bronzeo. Questo tipo di bacile era concepito prevalentemente per essere posto sulle “credenze” come raffinato ornamento. La foggia prevedeva un umbone centrale di misura tale che combaciasse con il piede della relativa brocca impiegata per mescere acqua, da cui la denominazione da acquereccia (o “acquereccio”), sempre di elegante foggia slanciata: genere ispirato ad coeve realizzazioni in metallotecnica. Circa il “lustro”, ricordia- mo in breve che fu tecnica dapprima di origine medio- orientale, trasferita dai Mori nelle officine spagnole, specie valenzane, conosciuta in Italia attraverso i traffici maiorchini (da cui il termine “majorica”/ “maiolica”), e infine ripresa per alcuni decenni con grande sapienza tecnica in Umbria, con esiti insuperabili a Deruta e a Gubbio. In ordine alla decorazione questo bacile, in ragione della scelta di porre una “bella” al centro, aderisce alla cultura del cosiddetto vasellame “amatorio”, di larga fortuna commerciale che nelle botteghe derutesi veniva diversificata, sostituendo ad esempio il busto con il nome della destinataria 1, oppure nella scelta del repertorio complementare al tema centrale, ovvero ghirlande, embricazioni, grottesche ecc.. Molti i confronti che si possono istituire con opere coeve derutesi “a lustro”, sia per il tema della “bella”, associata al virgulto fiorito, sia per la stessa all’interno di piatti, coppe e bacili da acquareccia di simile foggia; limitandoci ai bacili si segnalano, ad esempio, due frammenti pertinenti a tale foggia, di cui uno è una di prova di “lustro”, del Museo delle ceramiche in Faenza, ed i bacili del Victoria and Albert Museum di Londra2, del Metropolitan Museum di New York, del Los An- geles County Museum of Art, del Fitzwilliam Mu- seo di Cambridge3, del Museo Nazionale di Stoc- colma4, nei Musei nazionali francesi5, del Museo Regionale della ceramica di Deruta6, nel Museo di Amburgo7, nel British Museum8, della Walters Art Gallery di Baltimore9 e in raccolta private, come la collezione Adda10, collezione Serra11 ed altri passati sul collezione privata12. 1RAVANELLI GUIDOTTI 1987, p. 133, scheda 20. 2RACKHAM 1940, nn. 452, 463. 3POOLE 1997, scheda 239, p. 169. 4DAHLBÄCK LUTTEMANN 1981, p. 64, fig. 29. 5GIACOMOTTI 1974, schede nn. 561- 563, 609, 610. 6BUSTI- COCCHI 1999, scheda 152, p. 237. 7RASMUSSEN 1984, scheda 109, pp. 148- 149. 8THORNTON- WILSON 2009, schede 272- 276, pp. 460- 467. 9 PRENTICEVON ERDBERG- C.ROSS 1952,scheda 15. 10RACKHAM 1959, fig. 155, n. 557. 11COLL. SERRA 1964, n. 41. 12Già collezioni Imbert, poi Ducrot (BALLARDINI 1934, n. 68; DRUOT 1961, lotto n. 4)1;: coll. P. Gillet (LEFEVRE 2006, pp. 23- 24; CHRISTIE’S 1981, lotto n. 202; GAR- DELLI 1999, scheda 197, pp. 412- 413; PANDOLFINI 2014, scheda 32, p. 26). Bibliografia L’opera è apparsa sul collezione privata nel 1976 (CHRISTIE’S 1976, lotto n. 109) ed è stata esposta alla Mostra “Maioliche umbre decorate a lustro”, Spoleto giugno- luglio 1982 (FIOCCO- GHERARDI 1982, n. 35, p. 11).

Auction archive: Lot number 81
Auction:
Datum:
25 Oct 2016
Auction house:
Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italy
info@cambiaste.com
+39 010 8395029
+39 010 879482
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Bacile da aquereccia Deruta, prima metà del sec. XVI Maiolica “a lustro” Diametro cm 32,6 Lacuna integrata al bordo e scheggiature Provenienza: coll. Galeazzi di Terni. Grande bacile con umbone delimitato da un cordolo a rilievo, ampio cavetto, breve tesa a bordo profilato e retro apodo. Al centro dell’umbone è dipinto un busto di “bella”, volto di profilo a sinistra, con i capelli raccolti in una cuffia e con un ricco abito a scollatura quadrata, associato sulla sinistra ad un virgulto con foglie e fiori. Attorno all’umbone si dispone una decorazione partita in otto settori trapezoidali, che racchiudono tralci fogliati ed embricazioni; lungo la tesa si snoda un motivo di foglie lanceolate unite per le punte, poste a sequenza a formare triangoli racchiudenti foglie. Sul verso sono tracciate “a lustro” quattro filettature concentriche e al centro un piccolo disco. Dipinto in blu e “lustro” dorato bronzeo. Questo tipo di bacile era concepito prevalentemente per essere posto sulle “credenze” come raffinato ornamento. La foggia prevedeva un umbone centrale di misura tale che combaciasse con il piede della relativa brocca impiegata per mescere acqua, da cui la denominazione da acquereccia (o “acquereccio”), sempre di elegante foggia slanciata: genere ispirato ad coeve realizzazioni in metallotecnica. Circa il “lustro”, ricordia- mo in breve che fu tecnica dapprima di origine medio- orientale, trasferita dai Mori nelle officine spagnole, specie valenzane, conosciuta in Italia attraverso i traffici maiorchini (da cui il termine “majorica”/ “maiolica”), e infine ripresa per alcuni decenni con grande sapienza tecnica in Umbria, con esiti insuperabili a Deruta e a Gubbio. In ordine alla decorazione questo bacile, in ragione della scelta di porre una “bella” al centro, aderisce alla cultura del cosiddetto vasellame “amatorio”, di larga fortuna commerciale che nelle botteghe derutesi veniva diversificata, sostituendo ad esempio il busto con il nome della destinataria 1, oppure nella scelta del repertorio complementare al tema centrale, ovvero ghirlande, embricazioni, grottesche ecc.. Molti i confronti che si possono istituire con opere coeve derutesi “a lustro”, sia per il tema della “bella”, associata al virgulto fiorito, sia per la stessa all’interno di piatti, coppe e bacili da acquareccia di simile foggia; limitandoci ai bacili si segnalano, ad esempio, due frammenti pertinenti a tale foggia, di cui uno è una di prova di “lustro”, del Museo delle ceramiche in Faenza, ed i bacili del Victoria and Albert Museum di Londra2, del Metropolitan Museum di New York, del Los An- geles County Museum of Art, del Fitzwilliam Mu- seo di Cambridge3, del Museo Nazionale di Stoc- colma4, nei Musei nazionali francesi5, del Museo Regionale della ceramica di Deruta6, nel Museo di Amburgo7, nel British Museum8, della Walters Art Gallery di Baltimore9 e in raccolta private, come la collezione Adda10, collezione Serra11 ed altri passati sul collezione privata12. 1RAVANELLI GUIDOTTI 1987, p. 133, scheda 20. 2RACKHAM 1940, nn. 452, 463. 3POOLE 1997, scheda 239, p. 169. 4DAHLBÄCK LUTTEMANN 1981, p. 64, fig. 29. 5GIACOMOTTI 1974, schede nn. 561- 563, 609, 610. 6BUSTI- COCCHI 1999, scheda 152, p. 237. 7RASMUSSEN 1984, scheda 109, pp. 148- 149. 8THORNTON- WILSON 2009, schede 272- 276, pp. 460- 467. 9 PRENTICEVON ERDBERG- C.ROSS 1952,scheda 15. 10RACKHAM 1959, fig. 155, n. 557. 11COLL. SERRA 1964, n. 41. 12Già collezioni Imbert, poi Ducrot (BALLARDINI 1934, n. 68; DRUOT 1961, lotto n. 4)1;: coll. P. Gillet (LEFEVRE 2006, pp. 23- 24; CHRISTIE’S 1981, lotto n. 202; GAR- DELLI 1999, scheda 197, pp. 412- 413; PANDOLFINI 2014, scheda 32, p. 26). Bibliografia L’opera è apparsa sul collezione privata nel 1976 (CHRISTIE’S 1976, lotto n. 109) ed è stata esposta alla Mostra “Maioliche umbre decorate a lustro”, Spoleto giugno- luglio 1982 (FIOCCO- GHERARDI 1982, n. 35, p. 11).

Auction archive: Lot number 81
Auction:
Datum:
25 Oct 2016
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Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italy
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