ANDREINI, Francesco. Le bravate del capitano Spavento . Venezia: Giacomo Antonio Somasco, 1607 4°. Marca tipografica al frontespizio, bel corsivo, testate, capilettera e finalini incisi in legno (rinforzo al margine esterno del frontespizio.) Legatura coeva in mezza pergamena e carta marmorizzata con titolo in oro su tassello giallo al dorso.- ANDREINI, Isabella. Lettere . Venezia: Guerigli, 1647. 8°. Legatura coeva im piena pergamena (stanca). Francesco Andreini nacque a Pistoia intorno al 1548, dopo aver combattuto per il Granduca di Toscana, dal 1576 intraprese la professione di comico, assumendo nella Compagnia dei Gelosi il celeberrimo ruolo di Capitan Spaventa da Vall'Inferna. Nel 1578 sposa Isabella Canali, comica e letterata illustre [si veda la successiva opera nel lotto], assieme alla quale recitò in varie città dell'Italia settentrionale, almeno fino alla fine del secolo, per poi trasferirsi dal 1603 a Parigi, alla corte di Enrico IV. Morta la moglie nel giugno del 1604, Andreini si ritirò a Venezia per occuparsi della pubblicazione delle sue opere e di quelle della moglie. Morì a Mantova nel 1624. Andreini rappresenta il culmine della tradizione italiana della Commedia dell'Arte, nel momento di passaggio dalla geniale improvvisazione alla nascita del professionismo attraverso le accademie di recitazione e la solida preparazione culturale e letteraria. Nel ruolo di Capitan Spavento, Andreini contrappone le sue stravaganze donchisciottesche al buon senso ironico del servo Trappola: l'opera fonde mirabilmente l'iniziale ispirazione plautina alla mirabolante esagerazione seicentesca, con incursioni frequenti nel fiabesco. La moglie Isabella (Padova, 1562) rappresentò il degno contraltare all'estro di Andreini. Donna dalla spiccata personalità non solo sulle scene ma nella vita culturale e letteraria del suo tempo, riscosse l'ammirazione di Tasso, Marino, Chiabrera e altri illustri letterati che le dedicarono componimenti e un plauso indiscriminato. Le sue Lettere raccolgono quel ricco mondo personale e sociale che ruotava attorno a lei, al marito e alla Compagnia del Gelosi, di cui erano anima e ispirazione, oltre che voce e recitazione. (2)
ANDREINI, Francesco. Le bravate del capitano Spavento . Venezia: Giacomo Antonio Somasco, 1607 4°. Marca tipografica al frontespizio, bel corsivo, testate, capilettera e finalini incisi in legno (rinforzo al margine esterno del frontespizio.) Legatura coeva in mezza pergamena e carta marmorizzata con titolo in oro su tassello giallo al dorso.- ANDREINI, Isabella. Lettere . Venezia: Guerigli, 1647. 8°. Legatura coeva im piena pergamena (stanca). Francesco Andreini nacque a Pistoia intorno al 1548, dopo aver combattuto per il Granduca di Toscana, dal 1576 intraprese la professione di comico, assumendo nella Compagnia dei Gelosi il celeberrimo ruolo di Capitan Spaventa da Vall'Inferna. Nel 1578 sposa Isabella Canali, comica e letterata illustre [si veda la successiva opera nel lotto], assieme alla quale recitò in varie città dell'Italia settentrionale, almeno fino alla fine del secolo, per poi trasferirsi dal 1603 a Parigi, alla corte di Enrico IV. Morta la moglie nel giugno del 1604, Andreini si ritirò a Venezia per occuparsi della pubblicazione delle sue opere e di quelle della moglie. Morì a Mantova nel 1624. Andreini rappresenta il culmine della tradizione italiana della Commedia dell'Arte, nel momento di passaggio dalla geniale improvvisazione alla nascita del professionismo attraverso le accademie di recitazione e la solida preparazione culturale e letteraria. Nel ruolo di Capitan Spavento, Andreini contrappone le sue stravaganze donchisciottesche al buon senso ironico del servo Trappola: l'opera fonde mirabilmente l'iniziale ispirazione plautina alla mirabolante esagerazione seicentesca, con incursioni frequenti nel fiabesco. La moglie Isabella (Padova, 1562) rappresentò il degno contraltare all'estro di Andreini. Donna dalla spiccata personalità non solo sulle scene ma nella vita culturale e letteraria del suo tempo, riscosse l'ammirazione di Tasso, Marino, Chiabrera e altri illustri letterati che le dedicarono componimenti e un plauso indiscriminato. Le sue Lettere raccolgono quel ricco mondo personale e sociale che ruotava attorno a lei, al marito e alla Compagnia del Gelosi, di cui erano anima e ispirazione, oltre che voce e recitazione. (2)
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